Gli smartphone Apple si vendono praticamente da soli. L’azienda di Cupertino ha creato una sorta di credo religioso spinto da campagne di comunicazione al limite della perfezione. Ci sono state delle eccezioni però. Celebre il caso dei modelli presentati nel 2018: iPhone XS e XS Max hanno messo a segno numeri molto bassi.
Questo è storicamente accaduto quando la generazione precedente ha realizzato un exploit. I modelli del 2018 sono stati preceduti da iPhone X, lo smartphone del decennale Apple. Il primo caratterizzato dal design senza cornici diventato oggi un’icona. Ecco perché il successo di iPhone 12 è tutt’altro che scontato, perché è stato preceduto da un prodotto che ha messo d’accordo tutti, dagli utenti meno esperti agli addetti ai lavori.
Ci piace pensare al mercato on-line come a una piazza digitale. L’obiettivo è quello di stringere in un abbraccio questa piazza. Nel caso di iPhone 12 il gol lo si raggiunge con un approccio multicanale, cucito addosso ai nostri clienti. Nei prossimi mesi vivranno la sfida di dover vendere uno smartphone tra i più costosi in un contesto di evidente crisi economica. Poca liquidità nelle mani di privati e imprese, che dovranno essere spinti all’acquisto con modalità differenti.
Uno dei canali da sfruttare è certamente Facebook. Le campagne attraverso il social network di Zuckerberg mettono a disposizione diversi strumenti. Considerando il contesto in cui iPhone 12 si trova a dover esprimere il proprio potenziale commerciale, abbiamo individuato quattro strade differenti:
Parole d’ordine “piano editoriale”. Non è importante quanto si pubblica ma ciò che si pubblica. La nostra strategia di marketing per spingere iPhone 12 attraverso gli e-commerce dei nostri clienti è iniziata settimane prima della stessa presentazione. Successivamente siamo stati tempestivi nel realizzare un contenuto che ne spiegasse le novità, la sera stessa della conferenza d’annuncio di Apple. In questa maniera abbiamo intercettato il volume di traffico delle prime ore.
L’obiettivo per le prossime settimane è quello di accompagnare l’utente nella scelta attraverso dei focus. Ci concentreremo su specifiche funzionalità dello smartphone, sulle nuove colorazioni disponibili, sul netto cambio di design rispetto ai modelli precedenti. Argomenti che saranno oggetti di articoli sui blog aziendali e che vengono accuratamente selezionati attraverso un attento lavoro su keyword, query di ricerca e analisi dei risultati su Google Analytics.
Tutti questi articoli alimentano poi le campagne Facebook. Se da una parte il social network penalizza la reach organica del link esterni, dall’altra questa dinamica viene in buona parte bypassata dall’investimento economico. In questa maniera proponiamo al pubblico contenuti originali, informativi, che contribuiscono a migliorare la brand identity degli e-commerce.
è importante che tutto ciò che produciamo per ogni singolo cliente sia caratterizzato da una propria identità. I nostri grafici, social media manager e copywriter lavorano spalla a spalla al fine di perseguire una precisa coerenza visiva. Ogni singolo contenuto è accompagnato da immagini studiate per garantire all’e-commerce di turno la coerenza grafica necessaria a guadagnare autorevolezza agli occhi dei clienti e dei motori di ricerca.
è il prodotto però a fare la differenza. Nel caso di iPhone 12 il nostro obiettivo è quello di uniformare la parte grafica a quella pensata appositamente da Apple. Ombre, tonalità, accostamenti cromatici, elementi dell’azienda di Cupertino ormai entrati nell’immaginario collettivo. Intervenire in questa combinazione significherebbe snaturare l’immagine di un prodotto talmente mainstream da essere ormai identificato con il concetto stesso di smartphone.
Il percorso si chiude con i numeri, esattamente com’è iniziato. L’obiettivo finale è macinare vendite e dunque non si può prescindere dalle campagne Google. Il vantaggio, con questi strumenti, è di poter intercettare interessi oggettivi degli utenti sulla base delle loro ricerche. Le campagne ads vengono dunque costruite attorno ai singoli prodotti e, attraverso un’analisi SEO, ne abbiamo realizzate diverse nelle quali spingere iPhone 12:
Lavoriamo infine a stretto contatto con i comparatori, strumenti che possono essere plasmati sulle specifiche esigenze dei clienti. Rimane fermo un punto: iPhone 12 è “veloce che è una meraviglia”, come recita l’Apple Store, ma occorre essere più veloci per intercettare le esigenze dei potenziali acquirenti.
]]>Capire i processi che stanno alla base di queste due macro categorie vuol dire essere al passo, conoscere i bisogni e anticiparli, per creare strategie coerenti ed efficaci.
Per tutti coloro che vogliono addentrarsi in questo mondo, che si parta da una formazione umanistica o scientifica, una prima doverosa lettura andrebbe sull’analisi della società. Approccio importante qualora non si abbia avuto modo di approfondire con sguardo analitico e storico, i processi sociali.
Il consiglio di lettura è “Psicologia delle masse e analisi dell’io” del 1921, il piccolo volume del padre della psicoanalisi. Il testo, una pietra miliare a livello sociologico, delinea gruppi sociali ampi e analizza i processi di massificazione di una società tardo-moderna, ma è essenzialmente profetico e di grande attualità.
Sigmund Freud ci permette oggi, di confrontare la sua società con la nostra, per capire come avvengono alcuni fenomeni di persuasione.
Resterete stupiti da quante analogie con la società contemporanea esistono, anche dopo quasi 100 anni!
Dalla televisione ai social, fino alla musica, siamo circondati da storie; tutti cercano una narrazione accattivante da mostrare al proprio pubblico, per emozionare e attivare leve persuasive che permetteranno di vendere un prodotto, veicolare un messaggio, presentare un servizio. Viviamo in uno storytelling perenne e nulla ci cattura se non ha una preciso intreccio e un’avvincente narrazione.
Nel web e fuori da esso, saper narrare è fondamentale, per questo una lettura interessante è “Raccontare. Strategie e tecniche di storytelling” di Alessandro Perissinotto, docente all’Università di Torino e collaboratore di molti quotidiani nazionali.?
La parola storytelling è sicuramente diventata di dominio pubblico e come spesso può, l’abuso può trovarsi dietro l’angolo. Questo volume infatti, mette un punto su cosa sia realmente il racconto, spiegando come la narrazione stia vivendo un nuovo rinascimento, grazie anche agli innumerevoli mezzi comunicativi a disposizione.?
Perissinotto scrive come lo storytelling, in forma audiovisiva, visiva o stampata, possa trasformarsi in uno strumento di “manipolazione” del pubblico a cui ci rivolgiamo. Quella che delinea lo scrittore, non è però una manipolazione negativa, ma è un modo di comunicare azionando le emozioni anche negli ambiti più inaspettati.?
Il fine reale di questo testo è fornire una visione oggettiva del fenomeno per poterlo applicare a diversi settori, non solo a quello della narrazione tradizionale.?
Tra i capitoli di “Raccontare” è possibile cogliere spunti interessanti su come descrivere un prodotto o un servizio anche se non esattamente emozionale; si tratta di una guida attenta per tutti coloro che si imbattono nel mondo della creazione di contenuti in un mare magnum di possibilità.
Arrivando al cuore del digital marketing, dopo aver analizzato gli aspetti trasversali, quali la complessità della società e le leve persuasive create con un racconto affascinante, siamo pronti ad addentrarci in un ambito più specifico e forse più concreto: come vendere un prodotto sul web e come gestire un Ecommerce?
Una domanda che di per sé porterebbe ad un fiume di risposte, per questo ci viene in aiuto l’Ecommerce manager Francesco Antonacci con la sua pubblicazione “Ecommerce marketing & vendite. Strumenti e strategie per vendere online” edito da Hoepli e già alla seconda edizione.
Grazie a questo testo, professionisti e non, possono comprendere come, anche in un mondo pieno di Ecommerce di ogni tipologia e dimensione, sia necessario (direi obbligatorio) creare una strategia adeguata con obiettivi misurabili e risultati tangibili.?
Con cura didascalica Francesco Antonacci risponde a molte domande: come creare un progetto di vendita online che funzioni realmente, scegliere gli interlocutori giusti e costruire un valido sistema di analisi volto ai risultati.?
Dall’analisi degli strumenti, alla gestione di contenuti, questo è un volume completo e adatto a tutti coloro che vogliono iniziare un percorso formativo, da freelance o in agenzia, nell’ambito della gestione Ecommerce, oppure per quella fetta di imprenditori che vogliono approcciarsi in modo consapevole alla vendita online dei loro prodotti.?
Potremmo andare avanti ancora nell’elencare testi e professionalità che hanno reso il mondo del web un “luogo” più consapevole, ma la verità è che la formazione non si ferma mai, soprattutto nel digital marketing e le letture sono innumerevoli. Per questo consigliamo di frequentare i luoghi virtuali e fisici (pandemia permettendo) in cui nascono queste idee e dove si coltivano approcci nuovi. Infine il consiglio è di confrontarsi sempre, perché le evoluzioni, anche quelle digitali, partono da lì.
]]>La quantità di dati a disposizione nell’era digitale è diventata esponenziale e ogni azienda ne possiede una miriade. Per essere Data Driven non basta solo disporre di queste informazioni, ma è necessario utilizzarli con un giusto approccio.
Essenzialmente essere Data Driven significa tre cose:
Oltre ai dati socio-demografici, oggi possiamo conoscere informazioni sul comportamento online degli utenti come per esempio il tempo di permanenza sul sito, la geolocalizzazione, quali contenuti sono stati ricercati e la frequenza degli acquisti. In questo modo abbiamo un ritratto digitale completo e dettagliato dei nostri clienti.
Questo ritratto permette di elaborare strategie omnicanale più puntuali e precise, con una mentalità orientata all’inspect and adapt, ovvero alla sperimentazione continua che punta al raggiungimento degli obiettivi, misurando e migliorando le proprie strategie in tempo.
La provenienza dei dati risale dai programmi di analytics e CRM, che permettono di tenere traccia degli utenti e delle loro informazioni. Il controllo incrociato di tutti questi elementi e la loro corretta clusterizzazione consente di avere una guida per personalizzare la comunicazione diretta ai propri clienti.
Possiamo elencare alcuni strumenti utilizzati dai Data Driven Marketer:
Tableau è un software di analisi e business intelligence che aiuta a riconoscere e comprendere i dati grazie una tecnologia brevettata VizQL, che esprime i dati visivamente, traducendo le azioni drag-and-drop in query di dati attraverso un’interfaccia intuitiva. Il programma è a pagamento, ma è
possibile utilizzare una prima prova gratuita.
Google Data Studio è una piattaforma Google gratuita che trasforma i dati in dashboard personalizzabili facili da leggere e condividere. La soluzione consente di confrontare, filtrare, organizzare le informazioni provenienti per esempio da fogli di lavoro, Analytics, Google Ads e Google BigQuery.
Adverity è una piattaforma di analisi di marketing intelligente, che aiuta a prendere decisioni grazie all’integrazione automatizzata dei dati e reportistica semplificata, con l’utilizzo dell’Augmented?Analytics.
Attuare una strategia di marketing Data Driven offre diverse potenzialità per la crescita del tuo business. Il quadro dei clienti che deriva da un’analisi dettagliata e precisa di tutte le informazioni raccolte deve essere finalizzato ad attuare azioni di marketing pensate e create su misura per il proprio cliente target. Dei propri clienti e delle buyer personas ideali è necessario conoscere non soltanto informazioni demografiche ma anche hobby, preferenze musicali, interessi nel tempo libero, viaggi sognati o in programma e molto altro, per ottenere risultati di marketing molto più efficaci.
Uno dei principali vantaggi derivati dall’applicazione del data-drive marketing è quello di creare relazioni azienda-cliente altamente personalizzate. Uno degli obiettivi principi di ogni brand è proprio quello di generare nella loro audience coinvolgimento ed empatia, costruendo un rapporto profondo con i propri clienti. Grazie a dati scrupolosamente sviluppati, è possibile conoscere in maniera approfondita il pubblico target a cui ci si rivolge e proporre un’offerta aziendale customizzata, in grado di convincere e creare un’esperienza utente unica (dallo sviluppo del sito web all’invio di email efficaci e pertinenti).
Questo approccio orientato dai dati, offre inoltre alle aziende un vantaggio competitivo considerevole. Le aziende hanno la possibilità di trasferire informazioni e valore agli utenti proprio nel momento della customer journey in cui le desidera ricevere. è facilmente intuibile come tutto questo possa generare conversioni maggiori e risultati ottimali, che si tratti di far leva su iscrizioni, rilascio di dati, tempi di permanenza sulle pagine web aziendali, riduzione del tasso di abbandono, risposta a call-to-action o acquisti.
]]>Con Right Manager for Images, tutte le grafiche presenti verranno così controllate e verificate. Come attivarlo per i propri profili? In primis occorre iscriversi al tool utilizzando la pagina Facebook dedicata. Dopo pochissimi click, basterà inoltrare una copia di tutte le immagini che si desiderano proteggere e un file in formato CSV con i metadati relativi alle stesse. I contenuti indicati vengono inseriti in una Reference Library, una sorta di banca dati.
Con l’introduzione di questo tool, content o editor di post social avranno la possibilità di controllare lo status e l’autenticità dei propri contenuti e la loro circolazione. Una funzione molto importante soprattutto per chi decide di utilizzare Facebook per promuovere la propria realtà con inserzioni e pubblicità.
In caso di furto di immagini non autorizzato, di condivisione furtiva o di errato utilizzo dei contenuti, il proprietario delle immagini può subito rivendicare con il Right Manager for Images la proprietà e chiedere a Facebook o Instagram di bloccarne la diffusione con una semplice richiesta di rimozione. Una valida alternativa resta quella di chiedere al “ladro” di immagini di inserire il tag o di citare l’autore prima di procedere alla cancellazione diretta.
Tutti i content o editor possono inoltre stabilire in fase iniziale, ovvero durante il caricamento delle immagini coperte da copyright, in quale nazione o paese specifico intendono esercitare il controllo della pubblicazione.
Restando collegati al tema tanto delicato della proprietà intellettuale delle immagini su Facebook, è importante menzionare che solo recentemente il gigante dei social network ha stabilito e comunicato che: non c’è più un limite testuale del 20% da rispettare nei contenuti grafici da postare. Un messaggio rivolto a tutti i social media manager o inserzionisti in azione che potranno ora studiare contenuti con una presenza di testo maggiore. Facebook proverà a garantire loro la stessa valenza rispetto a quelli creati solo con l’inserimento di immagini o foto.
Arriva sempre dal social di Zuckerberg la novità del momento legata alle videochiamate con Messenger. Sono state introdotte nuove features ed è stata attivata la modalità di condivisione dello schermo anche da mobile. Non è tutto, a disposizione degli utenti l’opzione Watch Together: ogni partecipante alla videocall potrà selezionare una serie di contenuti da mostrare direttamente a tutti gli ospiti in visione. Basti pensare che con questa modalità in una Messenger Room (che può ospitare e connettere contemporaneamente 50 persone), si potranno visualizzare insieme film, serie tv, documentari o live stream attivi in quel momento.
]]>Prima di entrare nel dettaglio del lavoro di content, è necessario fare una premessa su cosa si intende per content marketing: si tratta di quel settore del marketing che si occupa della creazione e della condivisione di contenuti testuali e visuali, pertinenti e di valore attorno ad un progetto, un brand o un servizio, con l’obiettivo di emergere, in un determinato contesto, al fine di aumentare il proprio business; ne abbiamo parlato nel nostro blog in un interessante intervista con Luca Conti e Cristiano Carriero sul’evoluzione dei contenuti online.
Il settore appena descritto quindi, assume un valore elevatissimo nel momento in cui, il servizio o il prodotto in questione, ha la necessità di esprimersi verso l’esterno. Il content diventa quindi un perno fondamentale del digital marketing?(per nulla trascurabile anche offline).
Oggi ci focalizzeremo sul lavoro del web?content creator nell’ambito del digital marketing. Innanzitutto è necessario capire che il content marketing ha ragione d’esistere solo se accompagnato e instradato da una chiara definizione degli obiettivi strategici, senza di essi, nella migliore delle ipotesi, il content porterà ad un risultato debole (sprecando risorse) mentre, nella peggiore delle ipotesi, il content sarà addirittura dannoso allo sviluppo. Per questo motivo è importante essere consapevoli delle potenzialità che questo settore possiede e, allo stesso tempo, capire se si hanno le capacità e le forze per gestirlo una volta messo in campo, oppure se non sia più efficace servirsi di una consulenza esterna per?servizi di web marketing.
Come ogni processo di creazione, anche quello del content, nell’ambito del digital marketing, ne ha uno. Ovviamente ogni operatore ha i suoi processi cognitivi e di elaborazione, tuttavia esistono degli step imprescindibili:
Da questo elenco è evidente quindi che il content è un lavoro perenne e circolare, che vive di numerosi fattori, mai immobili, ma anzi sempre mutevoli, dovuti a situazioni interne ed esterne alla realtà. Un ottimo piano strategico di content, permette di essere sempre aggiornati e di non avere gup, ma soprattutto di non sprecare risorse.
Le fasi appena descritte non sono altro che il principio di un processo strategico. L’operatività poi, richiede ulteriori passaggi, tra i tanti la?creazione di contenuti che dovranno avere caratteristiche imprescindibili quali: veridicità e unicità, ma non solo:
Testo e immagine sono i due elementi principali del content, in particolare però, la scrittura in ottica SEO è sempre l’elemento più controverso, perché la qualità e il livello di creatività della stessa, devono andare ad integrarsi con caratteristiche specifiche dettate da esigenze ed attività legate all’indicizzazione per i motori di ricerca.
Come accennato, il content marketing passa all’operatività attraverso la scrittura di testi capaci di vendere prodotti o acquisire leads: che si parli di prodotti tecnologici o di esperienze di viaggio, il punto di forza del content, nei testi o nei video, è il “mettersi nei panni dell’altro” e per farlo è necessario capire chi sono le persone con cui si parla. L’obiettivo di questo tipo di approccio è rendere il brand o il progetto in questione, un luogo in cui l’utente possa sentirsi a suo agio e quindi “ripostare” e “taggare” l’azienda. In questo modo è l’utente stesso ad essere veicolo per aumentare la web awareness?e migliorare la web reputation del progetto. Di questo aspetto particolare ne abbiamo parlato tempo fa in un nostro articolo sugli UCG (user generated content); possiamo sicuramente dire che questa fase è uno degli obiettivi intermedi del content: catturare l’attenzione dell’utente e lavorare attraverso di lui per viralizzare il messaggio.
la creazione di modelli verosimili di utenti e clienti a cui dovremmo parlare, è sicuramente il punto di partenza sia per definire il target che per definire i topic da trattare (in tendenza e in linea con il pubblico), ma potrebbe diventare un processo sempre di più freddo. La creazione dei cosiddetti buyer personas è certamente una buona base da cui partire, ma non è sufficiente a metterci nei panni. Per poterlo fare nel migliore dei modi dobbiamo dimenticare la fretta e munirci di carta e penna, per i più nostalgici, o di tastiera per i più aggiornati e stilare una lunga lista di dubbi, obiezioni, domande, sentori contrastanti che il topic che affrontiamo potrebbe aprire.
Questi dubbi dovranno essere rimodulati su categorie di persone differenti affinché si sviluppino diversi “punti di dolore”. Una volta fatto questo immane lavoro, in base agli obiettivi prefissati e, in base alla strategia condivisa, si dovranno sviluppare le argomentazioni secondo un punto di vista (ironico, dissacrante, etc… ) che sarà in linea con le strategie messe in campo e quindi in linea con il pubblico giusto.
Fin qui abbiamo visto molti passaggi che ci hanno fatto comprendere che questo mestiere utilizza strumentazioni anche molto tecniche e si basa su risultati scientifici tangibili (attraverso Google Analytics, strumenti di monitoraggio keywords e molto altro), ma il valore aggiunto del content creator è quello di trovare una sintesi tra dato scientifico e dato emozionale; il processo da attuare sta nel filtrare il dato con una certa sensibilità, o comunque, con una predisposizione al guardare il pubblico e capirne le sfumature. Si tratta di raccontare una storia credibile e di farlo con empatia, mettere in luce un fil rouge nello storytelling e rintracciare correttamente leads di qualità, altamente profilate, affinché l’obiettivo aziendale venga raggiunto.
]]>Il lockdown dovuto al propagarsi del Covid-19 ha contribuito a dare una netta accelerata ad un fenomeno che, ormai da anni è in costante aumento. Basta digitare su Google Trends la parola e-commerce per notare come dal 2018 i volumi di ricerca siano praticamente raddoppiati negli ultimi mesi.
é pur vero che creare un sito e-commerce sembra davvero essere ormai alla portata di tutti grazie alle numerose piattaforme presenti in rete. In realtà però realizzare un negozio virtuale che abbia dei valori ottimali di traffico online non è così semplice come può apparire.
Sicuramente, uno degli scopi principali dei siti e-commerce, oltre al raggiungimento di un tasso di conversione alto, è la fluidità nella navigazione da mobile che deve essere immediata e veloce. Un argomento che merita molta attenzione e di cui ci eravamo già occupati in un precedente articolo sull’indicizzazione mobile-first.
Quest’ultimo obiettivo è avvalorato dai numeri su scala mondiale aggiornati al primo trimestre del 2020, secondo i quali i dati mobili mensili utilizzati su un singolo smartphone sono stati in media 8.4 GB, con un incremento dal 2018 di circa 30 bilioni di gigabyte.
Tutto questo si traduce in una percentuale in forte aumento di utilizzo del mobile per concretizzare un acquisto online sia direttamente da App che sul sito e commmerce. Infatti, più della metà degli utenti si affida alla vendita online per comprare prodotti e circa il 90% delle persone che usano internet visitano quotidianamente webstore di commercio elettronico.
In Italia nello specifico, si può notare come fino ad inizio 2020 questi stessi dati siano differenti in molti aspetti rispetto alla media mondiale, ma comunque il dato complessivo è innegabilmente positivo considerando tre aspetti:
Ultima statistica, a mio avviso, molto interessante riguarda il 68% degli italiani tra i 18 ed i 64 anni che mensilmente utilizza App relative allo Shopping; è sicuramente uno dei valori più alti escludendo le applicazioni relative alla messaggistica, ai social, alle mappe e all’entertainment, le quali comprensibilmente occupano le prime posizioni.
L’analisi precedentemente realizzata pone delle basi concrete alla domanda che molte attività commerciali o aziende di piccole e medie dimensioni ancora fuori dal mercato online si pongono. è questo il momento di gettarsi nel fantastico mondo dell’online?
La risposta è sicuramente SI, infatti come dimostra la seguente reportistica, l’impatto positivo che il Covid-19 ha avuto sulle acquisti e-commerce intacca tutti i settori con percentuali differenti. Un’analisi separata meriterebbe invece il turismo online, il quale ha registrato ben più di un calo, direi quasi un crollo vertiginoso, basti pensare ai licenziamenti messi in atto da Airbnb annunciati dalla lettera del Ceo Brian Chesky. Purtroppo, questa situazione la aspettavamo con timore parlandone nell’articolo relativo al dilagare del COVID19 nell’economia e prospettando già la débacle del settore.
Esistono ormai tantissimi tool per realizzare siti ecommerce, anche con un investimento davvero minimo. Ne riporto alcuni tra i più famosi:
Tra le piattaforme in fortissima ascesa vi è anche Shopify, una piattaforma fondata nel 2004 e che al momento conta oltre 1 milione di negozi online, con un flusso di vendite che supera i 155 miliardi di dollari.
La crescita inarrestabile di questo strumento è dovuto non solo alla semplicità di realizzazione del sito, davvero molto intuitivo, ma il motivo principale della crescita è stato l’integrazione nel proprio sistema di Oberlo, un plugin che ha reso davvero semplice l’implementazione del dropshipping, un fenomeno di cui ci occuperemo in un prossimo articolo.
Senza il minimo dubbio è possibile affermare che ora è davvero giunto il momento di affacciarsi al mondo dell’online per non rischiare di restare definitivamente indietro, senza alcuna possibilità di rivalsa.
è altrettanto importante comprendere che “fare e-commerce” non è semplice, quando possibile la scelta migliore è affidarsi ad un’agenzia di web marketing in grado di curare tutti quegli aspetti che possono fare letteralmente decollare il proprio sito web, ad iniziare dalla costruzione e strutturazione dello stesso, fino alle attività prettamente di comunicazione (SEO, social, ADS, email,ecc.). L’improvvisazione può rischiare di causare danni a volte difficilmente recuperabili.
]]>Chiamato INNOPROCESS, il nuovo bando della Regione Puglia pubblicato il 12 Luglio 2020, si pone come obiettivo di favorire la digitalizzazione delle imprese presenti su tutto il territorio pugliese, come?il?commercio elettronico, il cloud computing, la manifattura digitale e la sicurezza informatica.
Un bando decisamente interessante per tutti coloro che vogliono dare visibilità alla propria azienda.
Aspetto interessante è la possibilità per le imprese, di poter ricevere fondi per la realizzazione di una piattaforma ecommerce per la vendita on line dei propri prodotti.
Destinatarie della misura sono le micro, piccole e medie imprese, in forma singola o associata, organizzate in consorzio, ATI, reti di imprese con o senza personalità giuridica,? con le seguenti caratteristiche:
Le spese ammissibili previste dalla misura sono:
Le attività ammissibili a finanziamento sono:
Il bando è a sportello, e tutte le imprese interessate possono presentare la loro domanda di partecipazione tramite il portale Sistema Puglia entro e non oltre le ore 12:00 del 27 luglio 2020.
Per maggiori informazioni, potete visitare la pagina dedicata al bando INNOPROCESS
]]>Giovedì 18 Giugno è passata in sordina la votazione del Parlamento Europeo sulla proposta che vedrebbe la fine della pubblicità personalizzata seguendo il metodo della profilazione dell’utente, ormai core business dei giganti del web come Facebook e Google, ne abbiamo parlato in parte anche in un nostro articolo sul Marketing Automation.
Sicuramente l’utilizzo a scopo pubblicitario dei dati personali dell’utente è un sistema che, soprattutto in questo momento storico, è nell’occhio del ciclone: non ultimo il caso italiano della app Immuni per la tracciabilità del contagio da Coronavirus che ha portato a non poche polemiche sull’accesso ai dati personali.
Tutto ciò che gravita attorno ai dati sensibili è materia sempre più ostica e questa votazione (che vede al Parlamento Europeo solo il contrasto dei leghisti italiani) sancisce quantomeno una virata storica nell’advertising del web.
La mozione votata il 18 giugno è partita dal rapporto sulla concorrenza, da cui è emerso infatti che queste grandi aziende, grazie a questo modello di business, risultano inarrivabili a livello di competizione sul mercato rispetto a qualsiasi altra azienda: nessun’altro competitor potrà essere capace di raggiungere gli utenti come Facebook e Google.
Livellare la concorrenza risulterà sicuramente positivo per i competitors più piccoli che riusciranno magari a diminuire la forbice abissale con le majors, ma su un lungo periodo sarà la soluzione corretta per l’economia? Perché se è vero che le piccole realtà non riusciranno a raggiungere gli obiettivi dei giganti internazionali, è vero anche che esse possono accedere a servizi diversi come Local Marketing, con azioni più adatte alle proprie dimensioni e capacità, il dibattito è totalmente aperto.
In questo contesto è la nostra privacy ad uscirne vittoriosa ed è questo il fattore ad aver mosso la votazione, probabilmente in virtù delle prossime elezioni del Presidente degli Stati Uniti. Consci della vulnerabilità dei dati dopo lo scandalo della Cambridge Analitica l’Europa si è voluta tutelare con questa mozione storica.
Dopo anni l’UE tocca corde mai sfiorate prima e prende una direzione precisa sui problemi della manipolazione dell’opinione pubblica e in difesa dei processi democratici.
La decisione sulle pubblicità profilata infatti va a braccetto con un altro grande passo dell’UE, cioè la creazione diuna policy condivisa sulle informazioni nel web, si tratta del codice di condotta europeo sulla disinformazione, sottoscritto da moltissimi social network tra cui Twitter e Tik Tok, poi Google, Facebook e Modzilla.
Questa pandemia ci ha portati a capire e “toccare con mano” l’importanza dell’informazione sul web. Il proliferare di notizie più o meno corrette sull’influenza da COVID-19 anche da fonti autorevoli ha portato sicuramente a azioni drastiche.
Qualcosa sta cambiando, per molti aspetti in modo positivo: ormai da anni il web assume un’importanza economica, sociale e politica crescente, un codice condiviso che metta un limite netto tra ciò che è consentito e ciò che non lo è sicuramente un passo avanti per la società.
]]>La quarantena si prolunga e con essa è sopraggiunta il fermo delle attività produttive (dpcm del 22 Marzo 2020) che ha mandato in crisi e in allarme moltissime aziende e imprese italiane.
Eppure, mai come in questo periodo, siamo ancora più interconnessi e si aprono delle opportunità alle aziende che sanno reagire in tempo. Puntare sulle vendite online attraverso progetti di Ecommerce e con il supporto di marketplace come Amazon e eBay oggi è una strategia, una risorsa e una salvezza.
INDICE
Avere?un Ecommerce in questo momento può rivelarsi ancora più positivo. Le strategie di vendita online possono contribuire nettamente alla salute della propria azienda, soprattutto in un momento in cui ogni altra attività è sospesa.
Questo sia perché i clienti – ormai di qualunque età, genere, target appartengano – sono portati ad acquistare online maggiormente, a causa delle limitazioni imposte sugli spostamenti; sia perché permette all’impresa non di fermarsi completamente, ma anzi di continuare a lavorare e fatturare grazie alle vendite online.
Mai come oggi risulta indispensabile curare la propria immagine aziendale online, sviluppare i propri canali web, e laddove possibile, ideare e incrementare le vendite online tramite un Ecommerce proprietario.
Dal 2009 seguiamo?Gruppo San Marco, grande Ecommerce di piscine e stufe a pellet, curandone la strategia di?digital marketing.
In questa breve intervista a Marco Giuri, CEO di San Marco, parliamo di strategie per gestire correttamente il proprio Ecommerce e di come fronteggiare questa situazione di sofferenza.
Come state vivendo questo momento di emergenza? Avete notato un cambiamento nelle vendite rispetto agli anni precedenti?
Certamente. C’era da aspettarselo, come era ovvio, e lo shock generale e la preoccupazione durante i primi 15 gg di blocco totale hanno causato un parziale crollo delle vendite, in quanto le persone avevano altre priorità rispetto agli acquisti on-line. Successivamente, una volta che è stata presa coscienza della situazione, le persone sono tornate?a costruirsi una propria normalità e routine, tornando a riaffacciarsi e a dirigersi al web anche per evitare di uscire di casa.
Quali sono secondo te gli elementi più importanti per gestire un Ecommerce in un periodo di difficoltà?
Le difficoltà primarie sono la gestione delle problematiche legate direttamente alla logistica. Purtroppo, alcune località non sono servite e quindi bisogna prestare molta attenzione all’evasione degli ordini così come bisogna implementare la parte riguardante il front-office (che lavora da remoto) per informare costantemente la clientela. Poi bisogna adeguare la strategia di comunicazione online, e sui Social media,?modificando il messaggio che si vuol far arrivare agli utenti. Mai come adesso è importante far sentire il lato umano dell’azienda.
Avete ridotto gli investimenti pubblicitari in questo periodo?
Tutto procede di pari passo alle vendite ed alla storicità. Per un Ecommerce fare pubblicità sul web con Google Ads, remarketing e i più nuovi strumenti di automation marketing è fondamentale anche adesso. Quindi, non abbiamo ridotto gli investimenti, ma ci siamo concentrati maggiormente su alcune categorie?di prodotto.
Come vi state organizzando con le spedizioni?
La logistica lavora regolarmente, solo la mattina, e riesce a far fronte alle necessità per la messa in spedizione dei prodotti acquistati.
è possibile per un’azienda che fa solo Ecommerce lavorare in Smart working?
Certamente sì, anzi in un certo senso, siamo anche avvantaggiati. I comparti che possono lavorare da remoto con il telelavoro sono l’amministrativo, il front-office, mentre nel magazzino si lavora tenendo conto di tutte le misure di sicurezza anti Covid19.
Qual è il messaggio più importante che un’azienda con un Ecommerce deve dare ai propri utenti/clienti in un momento di crisi?
Il cliente deve essere rassicurato ancora di più rispetto ad un periodo normale. Fornirgli assistenza sulle tempistiche di consegna e sullo status delle spedizioni è fondamentale. Impegnarsi per garantire il massimo del servizio in un momento difficoltoso.
Quali sono le misure che permettono di contrastare i periodi di crisi?
Sicuramente bisogna valutare attentamente molti fattori, in questo momento sono veramente numerosi. Era molto difficile, se non impossibile, immaginare la situazione che stiamo vivendo, fare delle previsioni contro i periodi di crisi non è forse il termine esatto. Però ci si può premunire e difendere a priori, per evitare di correre ai ripari poi. Sicuramente è necessario aver fatto bene in precedenza per poterne raccogliere i frutti anche nei momenti peggiori. Importante è?aver assunto una propria identità sul web? specializzandosi in un determinato settore merceologico. Questo consente alle aziende di subire le crisi in maniera più soft rispetto ad altri competitor.
Qualunque categoria e settore merceologico possono evitare di fermarsi definitivamente grazie al canale web, le cui potenzialità non?vanno mai trascurate o sottovalutate.
Da anni lavoriamo al fianco di aziende di ogni settore puntando esclusivamente sull’Ecommerce e sulla lead generation,?creando strategie di web marketing ad hoc.
Se sei interessato a migliorare le performance del tuo Ecommerce o se stai pensando di aprirne uno ma non sai da dove iniziare, non perdere tempo.
Eh sì, siamo ancora alle prese con il Coronavirus e i suoi effetti sulla società e sul mercato. Dopo avervi parlato di?smartworking e di effetti del trending topic sulle vendite online (per ora, ancora non definitivi), abbiamo deciso di parlarvi dei primi risultati sulle ricerche degli utenti e sulle campagna di advertising online.
Gli effetti della malattia, ormai evoluta a forma di Pandemia secondo l’OMS, stanno impattando diversi aspetti della nostra quotidianità. I più immediati e visibili riguardano, ovviamente, il rispetto del decreto legge del 9 Marzo 2020, che impedisce alle persone di effettuare spostamenti non necessari e promuove tutte le forme di telelavoro, tra le varie cose, e il nuovo decreto Cura Italia, che servirà a sanare le economie in crisi del nostro paese.
Ma la nostra quotidianità è composta anche da azioni e attività online: momenti di svago, come la visione di film e serie tv, ma anche di approfondimento e lavoro o studio, e anche necessità quali ricerche e acquisti. Tutto ciò si riflette sulla pubblicità e sulla promozione che brand e aziende svolgono (più o meno parzialemte) online.
Il che ci porta alla domanda centrale dell’articolo: come sta cambiando l’ADV ai tempi del Coronavirus?
INDICE
Le persone restano più tempo a casa e per la prima volta abbiamo la possibilità di seguire l’evoluzione di una pandemia tramite strumenti tecnologici prima non disponibili, che consentono di ricevere informazioni e update quotidiani e costanti da ogni parte del mondo.
Nuovi bisogni, nuove esigenze si stanno già verificando in questi primi periodi di malattia e quarantena forzata, e le aziende più smart stanno reagendo offrendo nuove soluzioni in risposta.?Per alcuni inserzionisti, ciò significa nuove opportunità e capacità di attrarre nuovi clienti; per altri, significa perdita di posizioni di potere e crisi strategica.
Wordstream ha analizzato il comportamento degli utenti online e cosa?COVID-19 sta causando nei confronti della pubblicità Pay Per Click.
Negli USA, come ovunque ormai, le ricerche di Google sono cambiate e la settimana tra il 9 e il 15 marzo 2020 le impressions degli annunci della rete di ricerca di Google è iniziata a diminuire modestamente, del 7% in meno rispetto alla media.
Una situazione certamente non rara, ma comunque inaspettata per gran parte degli?inserzionisti.
Quello che sicuramente è molto diverso è il comportamento degli utenti che fanno ricerche. Mentre si riversano sulla SERP, gli utenti fanno ricerche molto differenti dal solito, il che significa che i clic non valgono la spesa pubblicitaria PPC. In pratica, con maggiore difficoltà si effettuano delle conversions.
E da quando COVID-19 è diventata un’epidemia anche negli Stati Uniti, circa tre settimane fa, infatti, il calo delle conversions è stato evidente: parliamo mediamente del 21% in meno. Ovviamente, molto dipende dal settore, poiché alcuni ne hanno anche beneficiato.
Non tutto il male viene per nuocere, potremmo dire. Come rivela l’analisi Wordstream, ci sono aziende le cui performance di campagne PPC stanno crescendo anche durante la pandemia.
La crescita positiva per No?profit e la Salute
Onlus, associazioni di volontariato e charities stanno effettivamente avvantaggiandosi di questo tetro momento di crisi. è facile dedurre come in questo momento in molti siano più propensi a fare donazioni per nobili cause: lo dimostrano proprio le SERP di Google. Wordstream segnala infatti:
Lo stesso vale anche per il settore sanitario?e in generale farmaceutico e parafarmaceutico. Le ricerche in SERP dimostrano come gli utenti si siano riversati in rete per cercare farmaci, antidolorifici, e tutto ciò che potrebbe aiutarli in un periodo di difficoltà sanitaria.
Chiaramente ciò significa facilità di successo per determinate campagne PPC, con conversioni decisamente più alte della media.
A seguire, questo trend coinvolge anche il settore cosmetico e dei prodotti di bellezza e per il benessere del corpo, che stanno ottenendo ottimi risultati, visto l’impossibilità di procurarsi in store.
Siamo tutti (o quasi) costretti a casa. E cosa c’è di meglio di stare a guardare a fare binge wacthing? Quella che per alcuni era una “triste” abitudine serale è diventate per molti ora la norma – quando non una vera e propria valvola di salvezza e sfogo.
L’offerta e la promozione di serie tv, documentari e cinema on demand è decisamente?schizzata alla stelle in questo periodo, e così anche la risposta degli utenti in tal senso.
In Italia, moltissime sono state anche le aziende che hanno deciso di regalare parte dei propri abbonamenti o database agli utenti in questo periodo di crisi, sfruttando così l’occasione di farsi conoscere (e benvolere) da un pubblico ben più ampio della normale audience.
Molte iniziative gratuite a sostegno dei periodi a casa sono rintracciabili sul sito di Solidarietà Digitale.
Anche qui, l’effetto positivo si riflette sia sul settore Entertainment che su quello internet/telefonia: cosa fare a casa, come lavorare o semplicemente svagarsi senza internet?
Società di telecomunicazioni e gestori di servizi di telefonia mobile e adsl o in fibra hanno visto fiorire il numero di contratti sottoscritti.
L’altra faccia della medaglia, quella ovviamente più visibile e preoccupante, è relativa ai settori che sono stati colpiti in pieno dallo scoppiare dell’emergenza sanitaria.
Il primo, banalmente, è quello dei viaggi e del turismo, oggi più che mai fermo e bloccato. I viaggi aerei sono stati praticamente banditi e moltissime compagnie aeree hanno annullato centinaia di voli.
Fare ADV di viaggi e turismo è effettivamente poco redditizio in questo momento, come segnano anche i?dati.
Lo stesso vale per le attività commerciali collegate al turismo e, in generale, con il vivere e lo stare all’aperto: bar, ristoranti, pub, locali, pasticcerie, hanno dovuto chiudere i battenti così come rinunciare alle conversioni online.
Wordstream segnala una perdita del -18% delle impressions per i ristoranti e del -26% per i bar e locali. Effetto che si può solo parzialmente mitigare e sopperire con la creazione di servizi a domicilio.
In tempi di crisi ed emergenza o in tempi immobili, come sembrano essere questi, la cosa migliore non è battersi in ritirata ma studiare strategie di sopravvivenza e formularne di nuove per i tempi che verranno.
Quindi, il primo consiglio è, sorprendentemente, non stoppare le campagne. Staccare completamente le campagne PPC o social che avete in atto in questo momento è un grave errore e inficerà completamente la ripresa del business quando ci sarà bisogno di essere pronti e reattivi.
Ovviamente, non ha senso puntare sul traffico nel breve periodo, che volente o nolente, sarà impossibile a effettuarsi, ma puntare sul lungo termine può essere una strategia intelligente. La situazione evolverà e probabilmente allora sarà molto alta la reazione degli utenti alla ricerca di nuovi luoghi da visitare, esperienze da vivere o posti in cui assaggiare e gustare prelibatezze. In quel momento, sarà il vostro nome e i vostri servizi a tornare utili.
Altra strategia con effetti a medio-lungo termine da attuare subito è quella di puntare sul branding. Sottolineate i punti di forza, i valori e la filosofia generale delle vostre strutture, servizi e prodotti, rafforzate e diffondete l’idea positiva della vostra azienda anche in questo difficile momento.
è il tempo giusto per fissare argomentazioni più solide nella testa di consumatori possibili e reali.
Come sta andando la pandemia in Italia? Come si comportano gli utenti online?
Come ben sanno gli analisti SEO, il numero di ricerche legate all’immaginario del virus è incrementato sempre di più ed è un chiaro segnale dell’attenzione società/mass media nei confronti di alcuni termini, nonché delle intenzioni di acquisto di alcuni utenti.
Ecco l’andamento di keyword come Amuchina, Wuhan, mascherine, come rivela il Keyword Planner di Google:
Interessante vedere come la parola Wuhan?dopo il boom di Gennaio e Febbraio stia retrocedendo, mentre invece tra le parole chiave ad alta concorrenza siano entrate in gioco “mascherine ffp3″ o “amuchina gel Amazon”:
Non ci resta che attendere nuove notizie, sperando che siano rassicuranti, e continuare a lavorare per i nostri obiettivi – naturalmente, da casa.